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Iniziamo a trattare dei cavi audio in impianti Hi-Fi esponendo una convinzione: la qualità dei cavi audio incide nel determinare le prestazioni qualitative degli impianti Hi-Fi.
Detto questo i punti da tematizzare sono altri, come e quanto incidono.

Il raccordo

È per noi importante introdurre una “visione” preliminare, che sosterremo e ripeteremo ostinatamente nei riguardi dei cavi audio: un cavo è una parte significativa di un impianto, ma non è l’impianto. Cosa intendiamo sottolineare con questa frase: che il cavo più “adatto” ad un impianto non potrà mai mutare il livello qualitativo degli elementi che compongono l’impianto, ma può ottimizzarne la resa. Nulla di più, ma anche nulla di meno. E non è poco. Esponiamo questo concetto per evitare di concorrere a sovrastimarne l’incidenza e creare mitologie inappropriate.
Detto in altri termini, un impianto Hi-Fi entry level non potrà mai divenire un impianto Hi-End semplicemente corredandolo con cavi Top di Gamma. Al contempo un impianto di qualunque livello può essere ottimizzato corredandolo con cavi “adatti”. Un cavo non può avere la stessa rilevanza che ha un componente in una “catena” Hi-Fi. Ma in quanto elemento di “raccordo” non è per nulla irrilevante.

Cosa fanno i cavi audio

Partiamo dalla base, un cavo che sia elettrico o ottico conduce un segnale. Un segnale che attraversa un cavo sarà soggetto a perdite e distorsioni. Perdite di segnale vuole dire perdita di “informazioni”, quindi perdita di una parte variabile del segnale musicale. Distorsioni invece vuol dire che le informazioni musicali trasmesse potrebbero subire delle alterazioni. Oltre a queste, nel corso del trasporto, al segnale originario può sovrapporsi del rumore. I tre fattori citati concorrono a definire tecnicamente la qualità del lavoro svolto dai cavi. Ma non sono gli unici fattori significativi.

Micro-Equalizzazione

Un altro fattore significativo è la Micro-Equalizzazione che i cavi generano. Ad alcuni suonerà strano, ma i cavi a seconda dei materiali impiegati e della struttura costruttiva tendono ad avere “un loro suono”. Un modo specifico e caratteristico di suonare.
Questa è la cosa solitamente meno nota e, da alcuni, ascoltata con incredulità. Probabilmente è bene sapere che per quel che riguarda l’audio, qualsiasi specifica modalità costruttiva, sia dei componenti che dei cavi, per quanto piccola, influenzerà il suono apportando macro o micro variazioni. Le variazioni negli apparecchi di solito sono più rilevanti, nei cavi meno, ma comunque “udibili”. Nella scelta dei cavi da utilizzare in un impianto Hi-Fi è importante non solo ricorrere a cavi di buona qualità, ma soprattutto scegliere cavi “adatti” al tipo di impianto. Fin dall’inizio di questo testo abbiamo sempre scritto cavi “adatti”. Questa scelta non è casuale. Partiamo da quanto scritto poco sopra: i cavi a seconda dei materiali impiegati e della struttura costruttiva tenderanno ad avere “un loro suono”. Alla stessa stregua una “catena” Hi-Fi avrà un proprio suono costituito dalla combinazione del suono di ogni apparecchio. La combinazione del suono della catena Hi-Fi e dei cavi determinerà il suono finale dell’impianto. L’apporto dei cavi potrà essere più o meno sensibile, ma in qualche modo inciderà.

Ottimizzare

A volte per sentirsi il cuore in pace con la scelta dei cavi audio si presterà magari attenzione eccessiva al prezzo. “Più costa migliore sarà”. Vorremmo sfatare questo approccio. È vero che un buon cavo non potrà costare pochissimo, ma è altrettanto vero che un costo elevato non garantisce che sia il più “adatto”. Oltre una certa soglia di prezzo tutti i cavi (o quasi) sono tecnicamente validi. Il problema vero è abbinare il loro suono a quello dell’impianto nel quale verranno inseriti, per ottimizzare la resa finale. Da questo punto di vista una maggior spesa non garantisce il risultato migliore, perché è l’accoppiamento mirato che può ottenere l’ottimizzazione. Facciamo alcuni esempi semplici, al limite del banale. Poniamo di aver realizzato un impianto che pur piacendoci sembra eccedere leggermente nell’emissione di frequenze alte, ebbene grazie alla selezione di una cavo “adatto” potremmo riuscire a correggere questo eccesso. Così come all’opposto potremmo avere un impianto con qualche eccesso in bassa frequenza, magari a causa dell’ambiente, ebbene anche in questo caso la scelta di cavi capaci di levigare queste frequenze potrebbero correggere l’eccesso riscontrato. Questa è l’ottimizzazione. Usare le caratteristiche sonore dei cavi per plasmare il suono dell’impianto.

L’allestimento di un impianto Hi-Fi presuppone l’abbinamento di vari componenti, non sempre questo abbinamento realizza compiutamente il suono che ci si aspettava. A volte è possibile che il risultato ottenuto non coincida in alcun modo o in altre coincida in parte con le aspettative. Fino a un certo punto i cavi possono correggere il suono dell’impianto, oltre quel punto non resta che rivedere la composizione dell’impianto. I cavi non fanno miracoli, ma possono intervenire in parte nel ritoccare il suono di un impianto.

Cavi di linea, di potenza, di …

Finora abbiamo scritto genericamente di cavi audio, senza distinguere fra cavi di linea, di potenza, di alimentazione, USB, e via discorrendo. Iniziamo col dire che oltre agli aspetti citati finora la lunghezza dei cavi è un fattore rilevante, di solito e in particolare per quelli di potenza. Partiamo come sempre da una osservazione di base: minore è la lunghezza del cavo, minore è la dispersione di segnale. Diciamo che questa, a prima vista, è un’osservazione lapalissiana, ma nei fatti è anche un’indicazione. Le maggiori lunghezze di solito riguardano principalmente i cavi di potenza, detti cavi casse. Se la distanza fra diffusori e amplificatore è notevole è bene tenere in considerazione il diametro dei conduttori. Maggiore è il diametro dei conduttori, maggiore sarà la quantità di cariche elettriche che il cavo sarà capace di portare a destinazione. Sottovalutare il rapporto fra lunghezza e diametro nel migliore dei casi può portate ad un suono impoverito, nel peggiore ad un suono squilibrato e scadente.

In ogni caso cavi di minore lunghezza disperderanno meno segnale. Questa è una regola generale ed è valida in assoluto. Ma se non ci sono alternative di posizionamento fra impianto e casse, per quel che riguarda i cavi casse e bene adottare cavi con conduttori non sottili. In questi casi c’è un altro problema, molti produttori di cavi dichiarano la superficie o area del conduttore, non il diametro. È evidente che 2,5 millimetri di diametro sono maggiori di una superficie di 2,5 mm. E’ bene prestare attenzione a questa differenza e non confondere i due dati. Sia da un punto di vista tecnico che di prezzo. Un maggior diametro coincide con una quantità maggiore di rame utilizzato giustificando un prezzo più alto. Così come è bene distinguere i materiali utilizzati, fra rame e alluminio, il primo ha migliori capacità conduttive rispetto al secondo.

Scegliere un cavo audio

Qualità e tipologia dei materiali, dimensioni, guaine, isolamenti e architettura tecnica, questi elementi ed altri concorrono a determinare sia la qualità dei cavi che il loro suono. È impossibile redigere una Tabella che rappresenti tutte le differenze tecniche e soprattutto sonore esistenti fra i cavi presenti sul mercato. Per tanto è necessario effettuare delle prove empiriche o affidarsi all’opinione di chi ha avuto modo di fare prove a confronto e conosce le particolarità di un cavo rispetto all’altro. La cosa importante è ricordare che i cavi devono essere “adatti” all’impianto nel quale saranno inseriti. Che siano costosi solo in parte è rilevante, se non “adatti” anche se costosi di per sé non apporteranno nessun vantaggio. Paradossalmente, se inadatti, potrebbero risultare financo dannosi. Nella migliore delle ipotesi sarebbero eccellenti cavi mal abbinati. Al contrario scegliendo i cavi prestando attenzione agli abbinamenti, si potrebbe ottenere un risultato ottimale a prescindere dalla spesa sostenuta.