Cos’è il Dolby Atmos
Dolby ha lavorato per portare nelle case la nuova tecnologia audio cinematografica, Dolby Atmos, un nuovo tipo di audio multicanale che supporta fino a 64 canali e promette un vero surround a 360°, con una precisione e un dettaglio nella riproduzione della scena mai visti prima.
Dolby Atmos introduce il nuovo concetto di “audio a oggetti”: l’audio multicanale del Dolby Digital e del DTS è fatto da tracce audio sincronizzate, l’audio multicanale del Dolby Atmos è qualcosa in più, perché aggiunge una serie di oggetti audio che in fase di post produzione possono essere posizionati e collocati con precisione millimetrica attorno al punto di ascolto.
Oltre al posizionamento, Atmos si occupa anche dello spostamento di questi oggetti audio, che non sono ovviamente statici: una serie di metadati inseriti nel flusso audio permette di stabilire, sincronizzato ovviamente con la traccia audio di base, dove e come questo oggetto deve muoversi e soprattutto come deve variare la sua intensità al variare del tempo. Oltre alla traccia di base che può arrivare a 9.1 canali, Atmos può gestire fino a 118 oggetti, per un totale di 128 elementi audio.
Prima di spaventarsi è bene tenere presente che il numero di diffusori acustici da utilizzare può partire da una base 5.1 alla quale aggiungere i canali Atmos. In questo caso la configurazione viene descritta come 5.1.2 oppure 5.1.4. Queste configurazioni adottano 2/4 casse acustiche da collocare in ambiente in modo che irradino il suono dall’alto. Con questa irradiazione è possibile costruire uno spazio acustico effettivamente 3D (tridimensionale). Oltre alla distribuzione orizzontale del suono si otterrà la distribuzione verticale. Oggetti che volano o sono al di sopra delle teste degli spettatori saranno collocati acusticamente realmente in alto. In questo senso il realismo e le suggestioni di un impianto Atmos sono più ricche ed emozionanti di un tradizionale impianto Surround.
Il crepitio della pioggia, il cinguettio di uccelli che volano nel bosco, una navicella spaziale che attraversa lo spazio, il fragore di un’esplosione o di un temporale, il soffio di una bufera, sono tutti suoni che implicano uno spazio verticale oltre che orizzontale. Con un tradizionale impianto Surround, solo grazie alla auto suggestione è possibile immaginare suoni provenienti dall’alto. Con l’arrivo dei Canali Atmos non è più necessario ricorrere alla auto suggestione, i suoni arriveranno effettivamente dall’alto e saranno posizionati con accuratezza in uno spazio 3D.
Nonostante la codifica Dolby Atmos sia stata presentata da alcuni anni, solo utilizzando dischi Blu-Ray era possibile usufruirne e, per lo più, in lingua inglese. Da un po’ di tempo Netflix e Prime Video propongono contenuti che includono questa codifica, anche in italiano. Questa disponibilità pone le basi per ipotizzare l’adozione di impianti che ne consentano la riproduzione.
Oltre a questi sono arrivati i Blu-Ray Ultra HD, che offrono la migliore esperienza video 4K Ultra HD e audio Dolby Atmos.
Come realizzare un impianto Dolby Atmos
Da un punto di vista tecnico è consigliabile tenere presenti alcuni parametri per realizzare un impianto Dolby Atmos.
Prima di tutto la delicatezza del posizionamento dei diffusori acustici. In un impianto 5.1.4 sono 10 i diffusori utilizzati e le relative emissioni devono essere distinguibili, altrimenti si verificherà un promiscuo miscuglio di suoni che non consentirà di percepire correttamente la posizione che gli oggetti acustici dovrebbero avere. Questo problema è presente in qualsiasi impianto multi canale, nel caso di impianti Dolby Atmos con l’incremento dei punti di emissione, il problema si accentua. È importante evitare di incorrere in conflitti fra le varie emissioni acustiche.
Sono da considerare anche i tempi con i quali i suoni raggiungono gli spettatori, perché eventuali errori temporali possono desincronizzare gli effetti e distorcere l’effetto sonoro percepito.
Per ultimo, ma non per importanza, come accade da sempre con gli impianto audio, è utile individuare il posizionamento acustico ottimale dei diffusori, al fine di ottenere il migliore suono possibile. L’incremento dei diffusori acustici impiegati aumenta i suoni presenti in ambiente e, con questi, si moltiplicano anche le riflessioni acustiche ambientali. Queste ultime possono giungere ad alterare la resa sonora rendendola confusa e in alcuni casi sgradevole.
Il risultato finale di un impianto non progettato con cura potrebbe essere deludente, sia come percezione degli effetti che del suono nel suo complesso, frustrando le aspettative nutrite.
Per evitare di incorrere in questi rischi e godere appieno delle emozioni che un impianto Dolby Atmos può stimolare, è importante progettarlo, realizzarlo e calibrarlo con cura. Questo non vuol dire che per godere degli effetti di un impianto Dolby Atmos è vincolante disporre di una Saletta Cinema dedicata. È possibile utilizzare una combinazione composta da fattori che spaziano dalle emissioni/percezioni acustiche, alle proprietà acustiche dei materiali d’arredo, fino ai sistemi elettronici di correzione dell’acustica ambientale, per ottenere ottimi risultati.
Come scegliere il processore surround
Orientando la scelta del Processore surround in funzione della realizzazione di un sistema Dolby Atmos, diviene fondamentale la qualità del sistema di correzione acustica che offre. Oltre alle prestazioni audio e video, alla compatibilità con i vari standard audio e video, la qualità degli algoritmi di correzione acustica assume un’importanza assoluta. Alcuni processori surround, a differenza di altri, adottano algoritmi di correzione acustica di tipo professionale, capaci di misurare con accuratezza e maggiore dettaglio fattori acustici ambientali. Fra l’altro, il microfono fornito in dotazione o disponibile come opzionale, determina la qualità della rilevazione, e per questo non può in alcun modo essere sottovalutato. A meno di procedere ad un acquisto separato.
Oltre alla correzione acustica ambientale non è in alcun modo da tralasciare la qualità sonora del processore, non solo per ottenere all’occorrenza una buona riproduzione della musica, ma per ottenere un suono accurato e piacevole nell’uso Home Theater. Le codifiche audio oggi disponibili vanno oltre quelle tradizionali del Dolby Digital e del DTS, è possibile che la base audio arrivi fino a risoluzioni a 24 bit e campionamenti a 192 kHz. Segnali di questo tipo, uniti alla complessità di sistemi multicanale, richiedono apparecchi capaci di valorizzarli.
In conclusione
Dolby Atmos rappresenta un punto d’arrivo dei sistemi Home Theater. L’intero spazio che avvolge l’ascoltatore viene utilizzato per collocare e descrivere con precisione gli oggetti e il loro movimento. La aumentata qualità delle basi audio disponibili rendono questi sistemi casalinghi potenzialmente in grado di rivaleggiare con prestigiose Sale cinematografiche. La riproduzione dei Film può essere entusiasmante quanto non lo era mai stata. Queste premesse richiedono solo di essere realizzate con cura.